Castrum Sancti Salvatoris, antica città di Cossa, venne distrutta da un violento
terremoto del 1456 e rifondata, sotto il nome di Civita, intorno al 1471 da
profughi albanesi provenienti dall'Albania meridionale sospinti dall'avanzata
dei Turchi.
Civita (in albanese Çifti), sorge a 450 metri di altitudine ai piedi del Massiccio del Pollino nella
porta d'ingresso meridionale al Parco. Terrazza naturale sulla costa jonica, è
mirabilmente incastonata tra le rocce e per questo denominata "nido d'aquila".
La sua storia è legata ad uno dei primi insediamenti degli albanesi (più di 500
anni fa); è, infatti, un paese arbëresh (italo-albanese) che conserva intatti
usi, costumi, tradizioni e patrimonio storico-artistico. Migliaia di visitatori
sono attratti dal suo patrimonio ambientale caratterizzato dal canyon del
torrente Raganello (dalle gole più lunghe d'Italia) e dalla prossimità del paese
alle verdi vallate del parco Nazionale del Pollino; si caratterizza, inoltre,
per la tradizione culinaria e gastronomica costituita da pasta di casa e sughi
di capretto, da salumi e formaggi di
pregiata qualità.
Il Museo Etnico "Arbëreshe" è una meta molto interessante. Esso raccoglie,
infatti, una collezione di oggetti storici della civiltà contadina locale,
costumi e numerosi testi albanesi, una galleria fotografica e
testimonianze sui paesi arbëresh d'Italia ed infine icone ed immagini sulla
liturgia bizantina.
Con i suoi antichi macchinari di filatura, l'antica Filanda Filardi è
senza dubbio un raro ed ingegnoso esempio di archeologia industriale costruita
nel 1888, a ridosso del Ponte del Diavolo. Azionata dall'acqua di caduta di due
grosse vasche, forniva energia a costo zero per la produzione di matasse di lana.
La struttura, oggetto di un recente restauro, è divenuta sede di un ecomuseo.
Da visitare anche i mulini ad acqua
a "pala orizzontale" azionate dall'acqua del Raganello.
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IL RAGANELLO
Il Raganello rappresenta uno dei principali corsi d'acqua del
Parco Nazionale del Pollino. Non si tratta di un comune e banale fiumiciattolo
di montagna ma di una delle più spettacolari meraviglie della natura. Infatti,
il Raganello nasce ai piedi della Serra delle Ciavole ed una volta raggiunta la
base della Timpa di San Lorenzo inizia a scavare le spaventose e meravigliose
gole tra alte e scoscese pareti calcaree di oltre 700 metri.Uno spettacolo
mozzafiato da non perdere!
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IL PONTE DEL DIAVOLO
Nel tratto finale del Raganello, sospeso a 37 metri dal livello dell'acqua,
si erge maestoso lo spettacolare Ponte del Diavolo costruito per unire le due
pareti che cadono a picco. Questo è stato in tempi remoti il mezzo di fitti
scambi umani oltre che commerciali. La leggenda ne attibuisce
la sua costruzione al diavolo come tutte le cosiddette "opere impossibili".
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I COMIGNOLI (Cimineret)
Civita è famoso anche per i suoi caratteristici comignoli che offrono uno spettacolo davvero unico.
Tutti distinti tra loro, i Cimineret sono delle vere e proprie opere d'arte realizzate dagli antichi Maestri per
contraddistinguere un'abitazione dall'altra. La loro origine affonda le
radici in arcaiche credenze legate alla protezione dagli spiriti maligni che,
intimoriti dall'aspetto del comignolo, si terrebbero ben lontani dalle case dei
civitesi. Il Comignolo era un elemento distintivo e veniva rifinito con estrema cura.
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LA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
Risale al 1490 e successivamente ristrutturata tra il XVII e XVIII secolo.
E' un edificio in stile barocco con pianta a croce latina a tre navate. Da ammirare la preziosa iconostasi
in legno di noce e
ulivo, ricca di simboli della tradizione religiosa bizantina.
A partire dalla seconda metà degli anni '80
sono stati effettuati numerosi interventi di restauro ed avviato un recupero della
tradizione orientale con l'introduzione di opere di arte sacra che rispettano
i canoni della simbologia bizantina. La solennità della messa e tutti
i sacramenti si svolgono in rito e lingua greco-bizantina.
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APPUNTAMENTI E FOLKLORE
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Storia e religione si fondono in spettacoli folkloristici davvero avvolgenti.
Suggestive sono le "kalimere" (canti augurali in lingua albanese, che rievocano la passione
e la morte di Cristo) e la cerimonia che si svolge all'alba della Domenica di Pasqua
che simboleggia l'entrata del Cristo trionfante nel Tempio.
Il Martedì di Pasqua, è dedicato all'intreccio delle famose "vallje":
danze eseguite con canti corali per
rievocare la vittoria di Skanderbeg contro i turchi.
La "vallja", guidata da due porta-bandiere
nei punti estremi della fila, compie fantasiose evoluzioni e con improvvisi ed avvolgenti spostamenti imprigiona qualcuno che assiste al suo passaggio la
cui liberazione si ottiene dopo aver offerto il proprio riscatto.
E' consuetudine nei primi tre giorni di Maggio, accendere nei vari rioni dei falò (kaminet)
e per l'occasione vengono intonati canti tradizionali "vjershë" (canti augurali spontanei). La Madonna del Rosario e San Biagio sono i patroni del paese con messa celebrata secondo
il rito greco-bizantino albanese.
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